per un fiore raffreddato
per un fiore raffreddato
È tornata la primavera e con essa anche il tuo raffreddore allergico, il mal di gola perchè hai deciso di vestirti più leggera e la tua voglia di far dispetti e capricci.
Oggi in particolare ti vedo mogia, ma piena di vita. Mi vedi e mi abbracci e mi dici saltellando quel poco che riesci, oggi passeggiata vero ??
cerco di frenare il tuo entusiasmo chiedendoti dell’allergia e del ginocchio, soffi il naso e poi mi dici che quattro passi non hanno mai ucciso nessuno. Così saliamo in auto e andiamo a farci una passeggiata, non al solito posto, ma al villaggio industriale, così puoi far foto e distrarti.
Ci vuole poco e quando iniziamo la discesa il panorama è incantevole, erba verdissima nei piccoli prati delle villette e fiori appena sbocciati alle estremità dei rami, piccole macchie di colore con sfondo verde . Lo vedo che non stai nella pelle, prepari la macchina fotografica al collo e quando ci fermiamo mi passi la tua borsa e mi dici “ andiamo” ci sono così tanti angoli stupendi …….
ti dico di andar piano, ma non mi ascolti e continui a spostarti a destra e a sinistra della strada per cercare l’angolazione giusta e lo s**tto perfetto, poi mentre torniamo verso l’auto ti fermi a guardare un fiorellino vicino ad una panchina, ti dico di non fermarti ma non mi ascolti e cerchi di raccoglierlo, ma il ginocchio non ti sostiene e ti ritrovi seduta x terra. Cerchi di rimetterti in ginocchio per alxarti con l’aiuto della panchina, mi sono voltato per cercarti e sto osservando tutto, ho il cuore in gola e corro tornando indietro per vedere se stai bene. Ti trovo li seduta con le lacrime che ti rigano il volto e ti abbraccio forte e ti faccio rialzare ma sento che ti appoggi più del solito a me per rimanere in piedi, così ti giro e ti faccio sedere sulla panchina. “ringrazia tutta questa gente altrimenti te le avrei date qui, ora e tante”. Ti massaggi il ginocchio mentre cerchi di calmarti. Prendi un altro fazzoletto e ti asciughi gli occhi, soffi il naso e mi sussurri che ero scappato avanti e senza la borsa non avevi neppure il telefono, e con la voce bassa non ti sentivo e ricominci a piangere ….. “non volevo farti spaventare, ma raccogliere quel fiore per donartelo, mi ricorda quando ero piccola e crescevano nel giardino di casa” ti guardo ed inizio a sorridere “
ce la fai ad arrivare all’auto ?” ti guardo mentre con un po’ di dolore ti alzi e sorridendo mi dici di si e ti incammini. Ovviamente ti prendo la mno e mi adeguo al tuo passo, poi apro l’auto e ti faccio accomodare sul sedile posteriore, chiudo e salgo al mio posto e ti dico “ io drive” e ridiamo di cuore. Parto e cerco di allungare il ritorno perchè ho bisogno di calmarmi e pensare al mio scricciolo seduto a terra in lacrime anche per colpa mia.
Sono andato molto piano ed ho finto di sbagliare strada un paio di volte, ma dovevi reagire, urlarmi qualcosa parlarmi, ed invece stavi zitta fissando lo specchietto per vedere me e le mie espressioni. Ho pensato che riflettevi sul mio proposito di sculacciarti in mezzo alla pineta noncurante di chi potesse passare , e così sono arrivato al nostro posto tranquillo , e mi sono accomodato di fianco a te e ti ho abbracciata forte sussurrandoti che mi ero spaventato e tu mi hai stretto e detto che anche tu lo eri perché non riuscivi a farti sentire.
Ti ho fatta accoccolare con la testa sulle mie ginocchia per poterti coccolare e soprattutto per calmarti perché ti stavi agitando di nuovo ed ho visto scendere ancora una lacrima. Ti accarezzo i capelli e ti dico che non volevo sculacciarti però hai disobbedito tutta settimana; prima con l’antistaminico per il raffreddore allergico e poi per il fiore, quindi ora ti sistemi sulle mie ginocchia e le prendi per tutta la settimana. Ti sollevi piano e ti sposti quel tanto che basta per metterti in posizione e poi attendi trattenendo il fiato.
Aspetti il mio primo colpo che non tarda ad arrivare, così come gli altri molto vicini e pesanti “ quando papino ti consiglia di prendere le medicine tu devi ascoltarlo e non fare sempre di testa tua! “oggi volevo solo farti mille coccole, anche se non mi ascoltavi con le medicine perché una bimba malata non si sculaccia”. Ho continuato a sculacciarti per qualche minuto finchè ho notato che iniziavi a spostarti così ho preso la spazzola e te ne ho date qualcuna dicendoti che devi prendere tutte le medicine che servono per farti stare bene. Poi ti ho abbassato i pantaloni e ti ho massaggiato il sedere per calmarti “ se prendevi le medicine saresti riuscita a chiamarmi e farti sentire, invece con questa vocina da raffreddore ti sento a malapena qui in macchina “ ti ho abbassato le mutandine e sempre con la spazzola te ne do una cinquantina “ queste sono perché mi hai disobbedito oggi, poi la lascio sulla schiena e riprendo con la mano. So che ti fanno più male ma voglio essere sicuro che tu capisca che ci tengo alla tua salute. Ogni volta che colpisco vedo che cerchi di rialzarti, ma poi ti riabbassi prendendone altre fino a quando sento che mi chiedi scusa e prometti di non farlo più.
A questo punto prendo di nuovo la spazzola e mentre colpisco ti dico “ anche le altre volte promettevi di ascoltarmi e poi non lo fai, questa volta voglio essere sicuro che prima di disobbedire tu ci pensi due volte e chiedi consiglio al tuo culetto “ colpisco mediamente forte ma bastano pochi colpi per farti muovere come un’anguilla e sentire la tua voce sofferente promettere davvero di non farlo più. Mi basta il tono della voce per capire che non ne puoi più prendere.
Smetto e inizio a massaggiarti dolcemente mettendoti anche la crema all’arnica per prevenire i lividi ed il mentolo ti aiuta anche a respirare meglio. Poi ti rialzo mutandine e pantaloni e ti metto tra i denti una caramella x il mal di gola “ succhiala e falla sciogliere bene, non ti guarisce subito, ma starai meglio “ e poi ti rimetto con la testa sulle gambe e ti coccolo perché sei una piccola peste , ma sei la mia piccola peste e ti voglio bene.