Eylül 5, 2024

Quel tizio nel bosco…

ile admin

Quel tizio nel bosco…
All’età di 14 anni le uniche cose che avevo in mente erano:

girare in bici x le campagne nei pressi della mia città
infilarmi le mani nelle mutande per toccarmi e masturbarmi

Durante i miei giri, mi fermavo spesso nei boschetti, o vicino ai fiumiciattoli, a godermi la natura, il silenzio e la solitudine di quei posti.
Approfittavo spesso di quei momenti per spogliarmi e sentire il fresco sfiorarmi il corpo nudo, eccitandomi e inevitabilmente masturbandomi.
Avevo trovato un posto perfetto e andandoci assiduamente, quasi ogni pomeriggio, lo sentivo famigliare e privato. Per questo motivo andavo sempre lì, ero solo, nudo e libero di fare quello che mi piaceva di più.
Nei campi limitrofi, ogni tanto vedevo agricoltori camminare fra gli argini, per controllare il raccolto, ma erano distanti e non mi potevano vedere. Era un posto perfetto, finchè un giorno passò un uomo, sulla trentina penso, che mi guardò mentre colto di sorpresa mi nascondevo dietro un albero. Fece finta di non avermi visto e continuò a camminare allontanandosi. Ero stato scoperto e quel posto era diventato pericoloso, per questo nei giorni successivi cercai altrove il mio paradiso privato. Ogni tanto tornavo x qualche minuto a controllare il mio posticino iniziale e non vedevo mai anima viva, così passate un paio di settimane ritornai e fu di nuovo tutto perfetto. A mia insaputa il tizio mi aspettava e mi spiava da poco lontano, non so cosa facesse oltre a guardarmi, ma aspettò diversi giorni prima di avvicinarsi.
Ero sdraiato su di un telo mare, nudo a cosce aperte e con il serio intento di masturbarmi e venire a breve. C’era un’arietta fantastica e la frescura fra le gambe era eccitante. Ero perso nella mia libidine, la mano si muoveva veloce sulla mia asta ed io ad occhi chiusi mi stavo assaporando il momento quando…
Dietro di me un rumore mi fece sobbalzare, quel tizio era lì, mi guardava accovacciato fra me ed i miei vestiti. Calmati, ti sto solo guardando, furono le sue parole. Sei molto eccitante, è da un po’ che ti osservo da lontano, ma volevo guardarti più da vicino mentre sei all’opera. Senti, voglio stare da solo, non offenderti, ma non mi interessa, esclamai con un po’ di paura.
Ok, nessun problema. Abbiamo la stessa passione, masturbarci. Credevo ti piacesse farlo in compagnia, sono anche io sempre da solo. No! risposi, preferisco così. Si alzò, prese in mano i miei abiti e si girò per andare via. Hey i miei vestiti, ridammeli dissi. Certo, se continui quello che stavi facendo davanti a me, oppure andrai a casa nudo, rispose sorridendo. Hai ancora il cazzo dritto, questa situazione ti piace non puoi mentire, altrimenti sarebbe diventato molle subito. Sei eccitato e vuoi godere. Si sedette nuovamente, ma questa volta sopra ai miei vestiti. Si aprì la patta e tirò fuori il suo membro, molto più grosso del mio, ma altrettanto eccitato. Iniziò a toccarsi, guardandomi ed incitandomi. Non potevo fare altro che assecondarlo ed iniziai anch’io a masturbarmi. Mi chiese di avvicinarmi, voleva guardarmi da vicino ed io ubbidiente feci qualche passo avanti. Lui si era alzato in piedi, i pantaloncini gli erano scivolati giù insieme agli slip, il suo grosso cazzo mi puntava, mentre la sua mano lo segava velocemente. Lo guardavo masturbarsi e lui guardava me, mentre si toglieva la maglia. Eravamo nudi, nessuno intorno a noi. I nostri membri sembravano voler scoppiare e lui mi diceva di non venire, ancora no. Era piacevole in fondo, diverso, ma non spaventoso, o pericoloso. Mi ero tranquillizzato ed ero più propenso a godermi il momento, quando lui allungò la mano verso di me, la afferrai titubante e lui mi tirò a se bruscamente. Eravamo di fronte, mi menavo il cazzo e lui faceva lo stesso. Mi piaceva questa situazione, ma il culmine fu quando iniziò a sfregare la sua grossa cappella arrossata, sulla punta della mia. Improvvisamente persi quel poco di inibizione che mi era rimasta ed iniziai a sentire che il momento di venire era ormai prossimo. Proprio in quel momento lui puntò il cazzo sul mio ventre e sentì lo schizzo caldo del suo seme, raggiungermi l’ombelico, poi un altro ed un altro. Era bollente e sembrava non voler smettere di schizzare. La sua mano colava gocce di sperma mentre si impossessò del mio cazzo ed iniziò a segarlo. con l’altra mano raccolse un po’ del suo seme dal mio ventre e lo spalmò sulla mia asta per lubrificarla e farla scivolare ancora meglio nella sua mano. Ero completamente in balia di quel tizio e la cosa mi eccitava ancora di più.
Finalmente l’orgasmo, il migliore fino a quel momento, il più goduto e desiderato. Misto a paura e curiosità il risultato fu epico. La sua asta era coperta dai miei schizzi che non sembravano smettere. Prese entrambi i nostri membri ancora duri con una mano e li segò piano ancora per un po’. Il nostro seme era mischiato e scivolava sulla pelle delle nostre aste, caldo e scivoloso. Mi chiese se mi era piaciuto e che potevamo rifarlo e successe, successe ancora molte volte quell’estate. Magari ve le racconto, ma solo se vi va…